Un ritratto di Giovanni Santolini artigiano di Giustizia e Pace – di Michele Palumbo

Realizzare la propria vocazione costituisce una delle più grandi sfide per l’individuo contemporaneo ed è una delle condizioni che maggiormente influisce sulle finalità della propria esistenza. 

In tale ottica, l’incontro con padre Giovanni Santolini è un’esperienza che edifica, che arricchisce, che aiuta a  comprendere come vivere il proprio tempo in risposta al grande bisogno che c’è nel mondo di umanità. Uomo, prete, missionario, dal forte potere empatico e dalla contagiosa allegria, continua a conquistare, a oltre venti anni dalla sua morte,  le simpatie di chi lo incontra, seppure soltanto tra le righe delle sue memorie. Nel suo percorso di vita ha saputo coniugare la propria fragilità con scelte coraggiose, operate nel quotidiano, che portano a interrogarci su concetti quali “eroismo” e “santità”. 

La lettura di seguito proposta, semplice e accessibile, è una raccolta eterogenea di contributi che spazia dalle immagini alla poesia, da documenti originali a testimonianze dirette che ne celebrano il ricordo. I testi, lontani da ogni retorica da epitaffio,  ritraggono invece uno spaccato della “vita normale di un eroe”.

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Dizionario dei Valori Oblati

La povertà volontaria è sempre stata considerata un elemento essenziale della vita religiosa. Senza di essa non possiamo capire cosa significhi camminare sulle orme di Cristo che si è fatto servo (vedi Fil 2,7) e per noi si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà (vedi 2 Cor 8,9). Senza di essa, le condizioni essenziali per la consacrazione al servizio del Regno non sono soddisfatte: umiltà, distacco dalle cose terrene e totale disponibilità alla comunione e alla dedizione. Essa costituisce la beatitudine fondamentale del programma religioso di Gesù: “Beati i poveri di cuore, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3). I poveri di cuore, quelli che hanno un cuore da povero, sono quelli che sono liberi e aperti a accogliere tutte le ricchezze del Regno. Questo è il valore evangelico primario della povertà volontaria. Tutti i religiosi la adottano come espressione del loro desiderio incondizionato di seguire Cristo e come segno della loro ricerca della carità perfetta.

REGIONE EUROPA PER JPIC P. SERGIO NATOLI, OMI COORDINATORE PER LA REGIONE EUROPA PER JPIC

La Congregazione dei Missionari Oblati di Maria immacolata ha un ufficio centrale presso la casa generale in Via Aurelia N° 290 – Roma (OMI JPIC | OMI World), per promuovere il servizio di Giustizia, pace ed integrità del creato, come aspetto integrante dell’impegno di evangelizzazione dei suoi membri e delle comunità apostoliche omi. Questo ufficio riunisce e coordina i responsabili del coordinamento del servizio JPIC dei differenti continenti. P. Sergio Natoli coordina il servizio svolto dagli Oblati in Europa.

Missione Povertà e Giustizia – (Missionari nell’oggi del mondo – Capitolo Generale 1986 )

Il fossato sempre più profondo che divide ricchi e i poveri nel mondo d’oggi è uno scandalo davanti al quale non possiamo stare indifferenti.

Nel terzo mondo vediamo largamente diffuse la miseria, la fame, la mortalità infantile, l’oppressione. Nei paesi sviluppati la brama di guadagno, la concorrenza, le tensioni producono nuovi poveri, numerosi e spesso senza voce: disoccupati, rifugiati politici, minoranze oppresse.

Ovunque nel mondo infierisce una grave forma di povertà: l’ignoranza del Vangelo e la perdita di ogni speranza religiosa.

CUSTODI DEL CREATO

Carissimi Confratelli Oblati, Consacrate e Laici della Famiglia Oblata,

facendo eco alla lettera del Padre Generale arrivataci qualche giorno fa, condivido con voi un pensiero, come piccolo contributo alla riflessione in questo tempo (1° settembre – 4 ottobre) dedicato al dono della creazione.

Nei mesi in cui siamo stati costretti al digiuno dell’aperto, abbiamo avvertito chiaramente che non siamo fatti per stare chiusi in casa. Siamo nati in un giardino bellissimo. L’aria buona, l’erba, gli alberi, i ruscelli, i fiori e i colori, i profumi, le montagne, gli spazi e i paesaggi sono il nostro habitat naturale. Ce lo ha regalato Dio.
Con una raccomandazione: “custoditelo” (Gn 2,15 1). Ci sarà un perché.

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Messaggio per la 14ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato – 1° settembre 2019

“Quante sono le tue opere, Signore” (Sal. 104, 24)
Coltivare la biodiversità
Imparare a guardare alla biodiversità, per prendercene cura: è uno dei richiami dell’Enciclica Laudato Si’ di papa Francesco. Esso risuona con particolare forza nel documento preparatorio per il Sinodo che nell’ottobre del 2019 sarà dedicato all’Amazzonia, una regione che è “un polmone del pianeta e uno dei luoghi in cui si trova la maggior diversità nel mondo” (“Amazzonia: nuovi cammini per la Chiesa e per un’Ecologia Integrale”, n.9).
La Giornata per la Custodia del Creato è allora quest’anno per la Chiesa italiana un’occasione per conoscere e comprendere quella realtà fragile e preziosa della biodiversità, di cui anche la nostra terra è così ricca. Proprio il territorio italiano, infatti, è caratterizzato da una varietà di organismi e di specie viventi acquatici e terrestri, a disegnare ecosistemi che si estendono dagli splendidi boschi delle Alpi – le montagne più alte d’Europa – fino al calore del Mediterraneo.

Integrità della Creazione, Interculturalità e Dialogo Interreligioso – da INFORMATION OMI N. 599 di Marzo/Aprile 2020

Il Comitato Generale della Missione e il Servizio Generale del JPIC hanno
concluso la riunione congiunta di cinque giorni, con dei progetti di risorse per
l’animazione missionaria su tre aree: integrità della creazione, interculturalità e
dialogo interreligioso. Rispondevano così al mandato conferito dal Capitolo
Generale del 2016 per assistere nell’animazione della Congregazione. Le loro
proposte saranno ora presentate al Superiore Generale e al Consiglio per gli
orientamenti futuri.


Cinque anni dopo l’uscita di “Laudato Si”, la consapevolezza che sono i poveri a
sopportare il peso degli effetti del cambiamento climatico, ha fatto della
preoccupazione per un’ecologia integrale, una questione davvero critica. La
questione ambientale è quindi indissolubilmente anche una questione sociale. La
responsabilità di lavorare con tutti i settori per andare verso un’ecologia e
un’economia più sostenibili pesa particolarmente su noi missionari dei poveri.


L’interculturalità chiama alla conversione le nostre comunità apostoliche per
rispondere alla crescente divisione, al razzismo, all’esclusione e all’individualismo,
in vigore nel mondo di oggi. Durante la riunione congiunta, i partecipanti hanno
riconosciuto il ruolo inestimabile che la formazione iniziale e continua svolge
nell’assicurare che gli Oblati scelgano l’interculturalità come stile di vita e come
modo di svolgere la missione.

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Papa Francesco – Ai Partecipanti all’Incontro delle Comunità Laudato si’- Aula Paolo VI Sabato, 12 settembre 2020

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Vi do il benvenuto, e salutando voi desidero raggiungere tutti i membri delle Comunità Laudato si’ in Italia e nel mondo. Ringrazio il Signor Carlo Pertini nella mia lingua paterna, non materna: “Carlìn”. Avete posto come centro propulsore di ogni vostra iniziativa l’ecologia integrale proposta dall’Enciclica Laudato si’. Integrale, perché tutti siamo creature e tutto nel creato è in relazione, tutto è correlato. Anzi, oserei dire, tutto è armonico. Anche la pandemia lo ha dimostrato: la salute dell’uomo non può prescindere da quella dell’ambiente in cui vive. È poi evidente che i cambiamenti climatici non stravolgono solo gli equilibri della natura, ma provocano povertà e fame, colpiscono i più vulnerabili e a volte li obbligano a lasciare la loro terra. L’incuria del creato e le ingiustizie sociali si influenzano a vicenda: si può dire che non c’è ecologia senza equità e non c’è equità senza ecologia.

Voi siete motivati a prendervi cura degli ultimi e del creato, insieme, e volete farlo sull’esempio di San Francesco d’Assisi, con mitezza e laboriosità. Vi ringrazio per questo, e rinnovo l’appello a impegnarsi per salvaguardare la nostra casa comune. È un compito che riguarda tutti, specialmente i responsabili delle nazioni e delle attività produttive. Serve la volontà reale di affrontare alla radice le cause degli sconvolgimenti climatici in atto. Non bastano impegni generici – parole, parole… – e non si può guardare solo al consenso immediato dei propri elettori o finanziatori. Occorre guardare lontano, altrimenti la storia non perdonerà. Serve lavorare oggi per il domani di tutti. I giovani e i poveri ce ne chiederanno conto. È la nostra sfida. Prendo una frase del teologo martire Dietrich Bonhoeffer: la nostra sfida, oggi, non è “come ce la caviamo”, come noi usciamo da questa realtà; la nostra sfida vera è “come potrà essere la vita della prossima generazione”: dobbiamo pensare a questo!

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Messaggio del Santo Padre Francesco ai partecipanti al meeting organizzato dal Movimento dei Focolari “Nuove vie verso l’ecologia integrale: a cinque anni dalla Laudato si’” – Castel Gandolfo, 23-25 ottobre 2020

Cari fratelli e sorelle!

Porgo un cordiale saluto a tutti coloro che prendono parte a questo Incontro internazionale che si svolge nell’ambito dell’anno speciale dedicato al quinto anniversario della Lettera Enciclica Laudato si’. Esprimo la mia gratitudine a EcoOne, l’iniziativa ecologica del Movimento dei Focolari, e ai rappresentanti del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e del Movimento Cattolico Mondiale per il Clima, che hanno collaborato per rendere possibile questo evento.

Il vostro Incontro, con il tema “Nuove vie verso l’ecologia integrale: a cinque anni dalla Laudato si’”, imposta una visione relazionale dell’umanità e della cura del nostro mondo a partire da diversi punti di vista: etico, scientifico, sociale e teologico. Nel ricordare la convinzione di Chiara Lubich che il mondo porta in sé un carisma di unità, confido che questa sua prospettiva possa guidare il vostro lavoro nel riconoscimento che «tutto è collegato» e che «si richiede una preoccupazione per l’ambiente unita al sincero amore per gli esseri umani e un costante impegno riguardo ai problemi della società» (Laudato si’, 91).

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